a cura di Giuseppe Capasso
La struttura sovrasta i palazzoni limitrofi e si eleva alta, per 40 metri, verso la volta celeste e si sviluppa su un'area di sedime di circa 16 mq. Il progetto , realizzato egregiamente dall'Impresa Sepe nel 1960-61, è del Prof. Arch. Ferdinando Chiaromonte che fu anche il curatore di tutto il plesso religioso di cui la prima pietra fu benedetta e posta dal Cardinale Marcello Mimmi il 25 Aprile 1954. La cella campanaria ospita tre campane di diverse dimensioni di cui la più grande, dedicata alla Madonna di Pompei e la media dedicata a San Michele, furono benedette solennemente da Mons. Vittorio Longo, Vicario della nostra Diocesi, in occasione della Domenica delle Palme del 1964. La campana più piccola invece dedicata a San Gennaro fu benedetta il Mercoledì delle Ceneri del 1971 (o 1972) da don Franco Mercurio, nostro parroco in quel tempo. Nel 1985 poi, e precisamente nel giorno 8 Dicembre, la nostra comunità parrocchiale si riunì, dopo la celebrazione della Santa Messa vespertina, sul sagrato della chiesa per il rito della benedizione del campanile interamente ripristinato a seguito dei danni provocati dagli eventi sismici del 1980 e "(...) dalle costanti vibrazioni cui è esposto dal momento dell'esproprio - da parte del Comune di Napoli - di una considerevole fetta dell'area circostante per l'ampliamehto di Via San Giacomo dei Capri..." (1). Dopo la benedizione Mons. Enrico Cirillo, nostro parroco in quel tempo, esternò un caloroso ringrazialnento all' Ing. Prof. Paolo Martuscelli che si "mostrò sensibile al problema, all'Impresa Longo, al Direttore dei lavori Ing.Leonardo Pace ed ai familiari degli "Undici ragazzi della Nicolardi" che, con generosità contribuirono, assieme a tante e tante famiglie della Parrocchia, alle spese dell'illuminazione esterna ed interna del campanile ... " (1). L' illuminazione notturna della cella campanaria ebbe, purtroppo, una durata molto breve e molti fedeli se ne dolsero; quella luce si vedeva da lontano. Essa era come la lanterna di un faro per i marinai e noi tutti della zona collinare ne conoscevamo la provenienza e tanti, nella notte fonda, nel chiudere le imposte della propria casa, la riguardavano ancora e ,forse, si segnavano.
(1) "Noi della rotonda", giornalino edito in occasione del 25° anniversario della nostra parrocchia (1961-1986).